Piramidi, Sironi 2002

30.12.2021

Quando si trattò di decidere il titolo il caro Giulio Mozzi disse: Piramidi e basta non va, non possiamo ingannare gli acquirenti, penserebbero a qualcosa New Age sull'Egitto. Beh, dissi io, uno che legge quei libri merita di essere ingannato, anzi gli forniamo un'occasione per leggere qualcosa di meglio. No, mettiamo il sottotitolo: Una storia nel multilevel marketing.

Si tratta in effetti delle vicende di un venditore di prodotti dietetici: consumare, vendere e reclutare, tra entusiasmi e scetticismo, dal Sud Est italiano a quello statunitense. Una narrazione per sequenze tra domicili di clienti e convegni.
Herbway, una multinazionale delle vendite dirette, di quelle a struttura piramidale, appunto. Ma il libro è anche una riflessione sull'identità, sulle mutazioni, sulla comunicazione. Sulla contrapposizione - vera o immaginaria - tra letteratura e commerci. 
 

Rassegna stampa

"Una discesa spericolata, a tratti irresistibile, nel mondo del multilevel marketing. L'io narrante diventa un consumatore-venditore di prodotti dietetici. Attraverso questa nuova identità vede un mondo diverso, scopre la personalità di amici e parenti, e noi con lui. Un romanzo inquietante sul nostro rapporto con il cibo e sulle tecniche di persuasione".
Filippo La Porta, Repubblica

"Meglio di lui (Enrico Remmert) aveva fatto soltanto Elio Paoloni con Piramidi, un libro che racconta meraviglie e miserie del multilevel marketing, la catena perversa che costringe ogni "promotore" ad accalappiarne altri".
Alessandro Zaccuri, l'Avvenire

"Elio Paoloni racconta, con lucida ironia e ritmo precipitoso, la tragicomica avventura "piramidale" di un uomo del sud est italiano che fa ogni cosa tra l'altro, per puro caso, temporaneamente. Anche. Dalle donne al diploma, dal tennis all'impiego: tutto tra parentesi".
Monica Mattioli, Corriere della Sera

"Un libro vivo, centrato sul presente, un'immersione nell'ambiguo mondo del multilevel marketing, senza i moralismi e i pregiudizi che altri avrebbero sparso a piene mani"
Camillo Langone, Il Giornale

"Una comicità lunare più che frizzante. Buster Keaton più che commedia sofisticata".
Elena Battista, Fernandel

"Non è difficile cogliere nella grande metafora del multilevel marketing i meccanismi stritolanti e spersonalizzanti dell'organizzazione del post-lavoro contemporaneo. Ma banalizzeremmo la scrittura di Paoloni se la riducessimo a questo livello elementare di critica sociale. Non è la bella storia che lo interessa né il poetico, vago e indefinito: ma ciò che della prosa resta - o ciò che la prosa torna a essere - una volta tolto l'alibi consolatorio della fiction. Un organismo vivo, persuasivo, autentico. Impoetico, forse, ma esauriente".
Enzo Mansueto, Corriere del Mezzogiorno

"Proprio l'ironia spinta fino al sarcasmo è la cifra dominante della scrittura di Paoloni, l'aspetto più convincente della sua attività letteraria, insieme a un'alchimia stilistica elegante e dotta. essendo il protagonista del racconto un tipo psicologicamente caratterizzato dall'esercizio costante della critica corrosiva, sempre scontento e indeciso, in bilico fra la lucidità del pensiero e la cavillosità dei ragionamenti (il libro può essere letto come un lungo monologo), la prosa procede parallelamente come uno sfavillante flusso lavico".
Gerardo Trisolino, Il Quotidiano

Una scrittura che rifiuta i vezzi letterari come la declinazione della letteratura quale istigatrice di dubbi e paure e sembra quasi ferocemente irridere gli scrittori che si piangono addosso, profeti di immancabili (e forse non verificate) sventure. La sua scrittura aggira o, per così dire, bypassa il realismo e sembra quasi ereditare dalle tecniche dello stesso marketing una sinteticità dinamica e positiva, nella quale le emozioni sono saldamente governate da uno scrittore regista che pianifica gli effetti e conduce lo spettacolo nella direzione voluta.
Ettore Catalano, dagli atti del convegno "Mediterre"


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