Geoidentità

29.12.2021

Il tormentone è sempre quello ma i termini cambiano. Meridione, per esempio, non usa più. Non solo il meridionalismo, almeno quello classico, è passato di moda (meridionalistico è ormai un insulto). Ma anche meridione e meridionale sembrano ormai negativamente connotati, lo sprezzo leghista li ha corrotti. Mezzogiorno, che da sempre tiene banco, richiama troppo la vituperata Cassa per il e viene quindi bandito. Con quella radice, ormai, resta solo meridiano, che è molto raffinato, molto poetico, evoca Camus, e, legato com'è al sostantivo pensiero, nobilita tutto, pizzica e mafia, acquedotti che perdono e poeti locali.

Il vocabolo più gettonato, però, è Sud, che possiede la assoluta neutralità dell'indicazione geografica "tecnica" ma all'occorrenza può caricarsi di infinite valenze: il Sud del mondo, il Sud degli States, il sud più Sud, quello sotto di noi (tutti hanno un Sud più in basso). Un Sud planetario, insomma, (o emi-planetario), non quel fastidioso problema italico, la palla al piede del Nordest.

Gli aggettivi sarebbero un po' un problema: sudista è troppo partigiano, troppo guerra civile, sudante è improponibile, si è lanciato sudita. Che è secco, nuovo, ficcante. Un pò troppo simile al saudita di cui ci gratificano i padani, ma non si può avere tutto. Certo non è termine che possa avere larga circolazione (il che, forse non guasta) perciò di norma si usa la preposizione: del Sud, nel Sud, dal Sud, a seconda che si cerchi la neutralità, la nicchia o il trampolino.

Ma quand'anche la trovassimo, la parolina giusta, cosa starebbe a indicare? "Il sud io non so cos'è. Conosco il mio paese e i paesi vicini. E sono tutti diversi. Sono come i fiocchi di neve: non ce ne sono due uguali". Così dice lo scrittore irpino Franco Arminio, unico docente di una ancora immaginaria Scuola di Paesologia. "Il paesologo non è un erudito locale che sa tutti i nomi dei signorotti che hanno dominato un paese. Non somiglia allo storico o allo psicologo, ma ai raccoglitori di funghi o di asparagi".

Non è la solita solfa del paese dei campanili: è che le connotazioni stesse del meridione vengono meno se si procede caso per caso. Esempio: i meridionali non hanno spirito d'iniziativa. Verissimo, al mio paese. Ma tredici chilometri più in là c'è Francavilla Fontana, paese di marcanti: principi della bancarella in fiere e mercatini, ma anche titolari di decine di negozi all'ingrosso, animatori del commercio ortofrutticolo delle province vicine, inventori di traffici in ogni angolo del mondo. A est, nove chilometri, altra fucina di iniziative: Mesagne, capitale della Sacra Corona. Si concentrano in quel paese decine di gruppi di fuoco. Efferatezza e determinazione che noi, a Latiano, non possediamo. Sarà perché il mio paese sorge su terreni paludosi? Capuvierdi ci chiamano, germani reali, o mangiafogghi, vegetariani senza nerbo.

Dalle nostre parti corrono le rovine di una minimuraglia cinese , il "paretone de' greci": sei chilometri di distanza e invece che bizantino ti ritrovi longobardo. Ma per le statistiche siamo tutti della Puglia, una Cosa lunga quattrocento chilometri. Che prima almeno si diceva Le Puglie, e uno si faceva un'idea.

Stilos, 1 giugno 2004


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